No alla Discarica di Giammiglione!!!

 

Inserita il 19/07/2009

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Il triangolo delle Bermuda o “Triangolo del diavolo”, è un ampio spazio marino di circa 2.500.000 km2, che delimita una zona, appunto triangolare, tra l’isola di Bermuda, l’isola di Porto Rico, e la città di Miami, negli Stati Uniti.

Questa zona di mare è famosa per una leggenda. Si dice infatti che in questo spazio, navi ed aerei scompaiono senza lasciare messaggi o altro, prima di sparire nel nulla. Ma le leggende sono, purtroppo per i creduloni, destinate ad essere sopraffatte dalla realtà.

Difatti il numero di incidenti misteriosi nel “Triangolo” non è affatto superiore a quello di una qualsiasi altra regione ad alta densità di traffico aeronavale, come confermato dalla Guardia costiera degli Stati Uniti. L'incidentalità è nella norma per la quantità di traffico e di incidenti avvenuti, che sono derivanti da normali cause fisiche e meccaniche.
Detto ciò, e posti i postulati del discorso, vorrei ora parlare di Papanice, piccola frazione del comune di Crotone, del tipo “Paese mio che stai sulla collina …”. Dovrebbe essere una frazione del comune di Crotone, sembra però essere una frazione al cui denominatore ci siano cifre di tre o quattro zeri, (e al numeratore 1) cioè insignificante.
Questa frazione, dicevo, della città e/o provincia di Crotone si trova, di fatto, ed oggi, al centro di un triangolo particolare. Columbra (discarica), Centrale Turbogas (probabili gas=fughe=polveri sottili cancerogeni) e Giammiglione (futura discarica).

I polemici diranno che non si tratta di un triangolo equilatero, come quello delle Bermuda, ma è pur sempre un poligono di tre lati. Da citare, inoltre, l’inceneritore di contrada Margherita, che non sarà, con gli altri tre, certamente, l’ultimo della serie. Ora, sentiamo, i nostri, i loro, e degli altri politici, sgolarsi sulle opportunità turistiche del nostro territorio.
Il mare, a un’ora la montagna, la neve, gli sci, e tutto ciò che è cultura millenaria dell’antica Grecia. Tutto ciò, in realtà, risulta oggi, non altro che un tappeto sotto il quale riporre la polvere, ovvero, l’immondizia raccolta. Qui non si tratta solo di dire un “NO” incondizionato, piuttosto, potrebbe dire, “Trasformare in opportunità ciò che potrebbe sembrare un danno”.
Mi spiego meglio. Non è vergogna, e non scopro l’acqua calda, affermando che da noi il lavoro non c’è. Ormai l'ottica si è completamente ribaltata, lo smaltimento dei rifiuti non è più un costoso obbligo sanitario, è diventato, piuttosto, una lucrosa opportunità economica. “… intanto la centrale TRV Buschhaus di Helmstedt potrebbe accogliere nuova spazzatura napoletana già nel 2008 …” riportava un articolo di Beda Romano del Sole 24 Ore del 2008.
Il connubio sarebbe semplice, non c’è il lavoro qui? La classe politica trovi un accordo su lavoro vero e duraturo. Se non si tratta di turismo, lontano dalle ville e dalle vallette di Berlusconi, almeno si traduca in opportunità di guadagno per la gente locale. E invece no. Vengono qui, con l’accordo di politici (traditori) del luogo, rubano i soldi e vanno via. Nessuno vorrebbe la discarica, perché di per sé è un danno. Se questo si trasformasse in politica di sviluppo, sarebbe un’altra cosa. Cerchiamo di trovare un accordo su ciò che è “sviluppo sostenibile”, e poi si andrà avanti. Ma questo sembra l’ennesimo tributo che “Papi” sta pagando alla Lega, con il vigliacco accordo dei politici locali.

P.S. Un messaggio a quei pochi che leggeranno questo articolo.
La vostra e la nostra dignità, la vostra e la nostra libertà, non potrà essere difesa da queste quattro righe, o (se è vero quanto dichiarato da personaggi illustri) dal politico che paga in quattrini per un voto. Per cui, chi non ha la coscienza a posto, si faccia da parte, per piacere e cortesemente. Forse bisognerebbe far risorgere i morti, coloro cioè che hanno lottato per riconquistare ciò che si sta logorando, anche nella nostra coscienza.
Risvegliamo le nostre coscienze, senza violenza, ma con la lotta delle idee. Non prendiamocela con Dio, se quel tumore è venuto al nostro caro, o a noi. Qualche colpa è anche dovuta alla nostra indifferenza, alla nostra ignavia. Meditiamo gente… meditiamo!

Enrico Pedace


Autore: Fausto

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