Gres, nuovo blocco della produzione

 

Inserita il 01/06/2008

News
Mancano le materie prime e gli operai vengono pagati dietro accreditamento delle fatture emesse. Situazione critica

I sindacati chiedono la cassa integrazione e lanciano l’appello alle istituzioni


Gres 2000, la proprietà annuncia il nuovo blocco della produzione. Macchine spente in attesa che arrivi la materia prima dall’Ucraina con una nave che dovrebbe attraccare al porto di Crotone entro il 2 giugno prossimo. La comunicazione del direttore di produzione De Flumeri è giunta nella mattinata di ieri. Una notizia caduta come un ma
ciglio sulla testa degli operai che ricevono lo stipendio ormai a singhiozzi.

Gli stipendi vengono pagati solo dietro accreditamento certo delle fatture emesse dall’azienda. Per trenta lavoratori la situazione è ancor più critica. Devono ancora partire i bonifici per le spettanze di aprile. E il nuovo blocco potrebbe significare stop agli stipendi di maggio per tutti. Le rappresentanze sindacali interne all’azienda nella mattinata di ieri
hanno convocato una veloce conferenza stampa per denunciare ancora una volta la situazione precaria dell’azienda alle istituzioni.

A presiedere l’incontro con i giornalisti sono stati il segretario della Filcem-Cgil, Mimmo Basile, il rappresentante
delle Rsu, Enrico Pedace (Cgil) e il segretario provinciale della Uilcem, Fabio Tomaino. Secondo quanto riferito, la nuova proprietà, rispondente al nome dell’amministratore unico Vittorio Borelli, starebbe conducendo l’azienda verso la liquidazione. Da quando c’è lui alla guida non sono stati versati i contributi previdenziali di categoria, né sono state
versate agli istituti creditizi le somme delle cessioni del quinto dello stipendio trattenute sulle buste paga di alcuni lavoratori.

Prima del suo arrivo la Gres 2000 aveva sei linee di produzione e confezionava 600mila metriquadri di piastrelle al mese, col 93 percento di resa. La storia recente, quella di questi ultimi mesi del 2008, dice che le linee rimaste attive sono solo due e i metri quadri di piastrelle prodotte sono spaventosamente scesi a 100mila. Si produce un sesto e le
unità lavorative da mantenere sono le stesse. Tutto ciò fa pensare che i debiti dell’azienda, già consistenti (8-9 milioni di euro), continuino a crescere.

E poi il nuovo blocco della produzione non è spiegabile con la sola assenza dell’argilla. Mancano molti prodotti per produrre le piastrelle spiega Mimmo Basile . la posizione dell.azienda non è chiara. Non accetta il nostro contributo.
Bisogna intervenire prima che l’amministratore sciupi questa azienda.. Per il segretario della Filcem il prodotto è di ottima qualità e prima del cambio di proprietà trovava commercializzazione anche in Usa. Come mai tutto è andato a regredire?

Secondo Tomaino della Uilcem Borelli potrebbe essere un liquidatore mascherato di Gres 2000. .Non si comporta, né assolve ai poteri che gli competono. ha spigato il sindacalista. .tutto mi fa pensare che dietro lui ci sia qualcun altro..
Va ricordato che Gres 2000 nasce grazie ai fondi comunitari, con finanziamenti per 52 milioni di euro.

Delle 214 lavorative assunte, secondo quanto dichiarato dai sindacati, molte sono avvenute grazie alle agevolazioni
contrattuali per apprendisti. Gli altri sono sottopagati e non percepiscono il giusto livello contributivo rispetto alle mansioni svolte. La soluzione prospettata dai sindacati sarebbe quella di attivare la cassa integrazione per permettere all’azienda di riorganizzarsi e ripartire.

Ma Borelli ha rifiutato categoricamente l’ipotesi. Attivando la Cassa integrazione per 6 mesi, ha spiegato ancora Tomaino, la proprietà dovrebbe poi consegnare all’Inps la certificazione della ripresa produttività a fine sostegno.
Intanto nella mattinata di oggi (venerdì 30 maggio) è previsto un incontro con l’assessore regionale alle Attività produttive Francesco Sulla per discutere della questione.

g.c.
La provinciaKR


Autore: Fausto

Chiudi questa finestra