Sviluppo contro le ’ndrine Papanice prova a reagire

 

Inserita il 14/04/2008

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La società civile risponde alla chiamata dei sindacati

Nella frazione la festa per il Primo maggio


Tenere a Papanice la manifestazione provinciale dei sindacati per il Primo maggio, festa dei lavoratori. È l’intenzione annunciata dal segretario regionale della Cgil, Vera Lamonica, concludendo l’assemblea congiunta dei direttivi aperti di Cgil, Cisl e Uil contro la criminalità (‘Legalità è Sviluppo’), tenutasi nella palestra del settimo circolo didattico della frazione di Crotone il pomeriggio di mercoledì 9 aprile.

Il messaggio lanciato alla popolazione, dopo i due agguati mafiosi avvenuti a Pasqua, con il bilancio di due morti e tre feriti, è che le organizzazioni sociali e le forze dell’ordine sono vicine ai cittadini onesti della popolosa frazione, con la promessa che lo saranno anche nell’immediato futuro; dai rappresentanti dello Stato sul territorio, il prefetto Melchiorre Fallica e il questore Gaetano D’Amato, è venuto invece il riconoscimento che nella coscienza dei crotonesi “qualcosa è cambiato”, che c’è una maggiore apertura verso le forze dell’ordine.

Da tutti un pensiero alla bambina rimasta ferita nel primo dei due agguati, in lotta tra la vita e la morte nell’ospedale di Catanzaro. “Il mondo del lavoro le augura di farcela”, sono state le parole con le quali il segretario della Uil, Domenico Tomaino, ha chiuso l’incontro.

Al richiamo dei sindacati, la popolazione da parte sua ha risposto; sebbene, forse, non nella misura in cui ci si poteva attendere. Palestra comunque gremita. Presenti in maggioranza donne. Molti insegnanti della stessa scuola, soprattutto quelli residenti nella frazione, dopo le polemiche successive all’assenza di massa giustificata da malattia. Presenti gli alunni, in particolare della scuola primaria, arrivati nella nuova sede del circolo a piedi, grembiule e colletti bianchi, con in mano una gerbera gialla: il fiore divenuto simbolo della lotta alla mafia.

Presenti ai massimi livelli i responsabili delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Tutti e tre i segretari regionali, oltre a Lamonica, Luigi Sbarra e Roberto Castagna; i segretari provinciali: Antonio Spataro, Pino De Tursi e Tomaino, che ha anche coordinato gli interventi. Ancora, vicinanza agli abitanti della frazione è stata manifestata dai lavoratori della ex Cellulosa 2000.
In prima fila prefetto e questore, ma anche il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, accompagnato dagli assessori Pantaleone Nicoscia e Eugenia Garritani e dal comandante dei vigili urbani Antonio Ceraso; il vice presidente della Provincia, Emilio De Masi, i consiglieri provinciali Pantaleone Pedace e Salvatore Giampà.

Tra il pubblico anche altri rappresentanti istituzionali: i candidati al Parlamento Nicodemo Oliverio e Dorina Bianchi; il sindaco della vicina Cutro, Salvatore Migale; i consiglieri comunali Giuseppe Aracri e Giancarlo Devona. Le autorità scolastiche erano rappresentate dal direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Antonio Blandino, dal direttore del settimo circolo Giuseppe Alessio Cavarretta e dal presidente del Consiglio d’istituto della scuola di Papanice, Enrico Pedace.

“Ci sono stati altri omicidi efferati in provincia, ma non c’era stata una reazione profonda. Ora - ha osservato il prefetto Fallica - forse perché è successo a Crotone o perché è rimasta colpita anche una bambina, c’è stata una reazione che ha meravigliato anche me. Sembrava che nulla si potesse fare, ma grazie alle operazioni di polizia nel giro di pochi giorni si è passati da una fase di scoramento a uno stato di euforia quasi fuori luogo.

Finalmente qualcosa si è sbloccato nella società”. Applausi. “Un bravo va al nostro questore e ai suoi uomini”. Altri applausi. “Sono stati raggiunti risultati concreti in poco tempo, in queste ore è stato arrestato uno dei presunti killer, ma la guerra è lunga da combattere: c’è ancora molto da fare. È vero - ha poi concluso Fallica - che lo Stato a volte è assente, ma è anche vero che a volte ha bisogno di sentirsi la comunità vicina per reagire.

In questo caso lo Stato ha risposto come meglio non poteva fare. È vero anche che i magistrati sono questi, gli organici vanno rimpinguati”.
Sull’importanza di avere un organico della magistratura proporzionato ai reati commessi sul territorio, il sindaco Vallone ha ricordato che numerose richieste di carcerazione erano state avanzate dagli inquirenti prima di Natale e che se fossero state esaminate in tempi più brevi, “probabilmente questi eventi non li avremmo vissuti perché anche gli elementi che sono stati colpiti sarebbero ora chiusi in carcere”. Mentre per il vice presidente della Provincia, De Masi, “la scuola è una risposta”.

I rappresentanti sindacali nei loro interventi hanno posto l’accento sulla “comunità fortemente offesa da episodi incivili” (De Tursi), sollecitando “l’orgoglio del paese per uscire da questa situazione” (Tomaino), e sottolineando l’importanza di “contrastare la cultura e la mentalità mafiosa; poiché ci siamo abituati all’illegalità diffusa a qualsiasi livello” anche nella pubblica amministrazione (Spataro).

Castagna (Uil) ha poi chiesto allo Stato “pari dignità”: “la presenza delle forze dell’ordine in Calabria non è proporzionata a quella delle altre regioni dove la criminalità è anche inferiore”. Sbarra (Cisl), così come fatto dagli altri suoi colleghi, ha posto l’accento sul ruolo fondamentale dello sviluppo da perseguire contemporaneamente con l’azione repressiva, e quindi del lavoro che toglie manodopera alla mafia, poiché ora “la criminalità è l’unica che garantisce lavoro sicuro e ben retribuito”.

Lamonica (Cgil), dopo aver ricordato che ci si trova “di fronte ad un potere economico formidabile”, ha ammonito sui rischi: “non si può convivere con questa situazione; lo Stato deve dare risposte ai problemi sociali e mettere a disposizione più mezzi e uomini. Altrimenti il rischio è rendere più fragile la nostra democrazia”.

Emilio Genovese
Il Crotonese del 11/04/2008


Autore: Fausto

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