Papanice, asilo senza bambini

 

Inserita il 29/03/2008

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Insegnanti ancora in malattia alla scuola media del VII circolo didattico

di ANDREANA ILLIANO

SCUOLA materna deserta. Niente bambini per strada. E insegnanti ancora in malattia alla media, dove ieri c’erano circa settanta alunni e solo quattro insegnanti.
Accade a Papanice, frazione di Crotone, dove da giorni, dopo gli omicidi la gente è terrorizzata e di casa neanche esce. Dove gli insegnanti si sono ammalati quasi tutti, contemporaneamente, di paura. Ieri
è accaduto di nuovo. Anche se il responsabile provinciale dell’ufficio scolastico insiste, rassicura:

«È tutto tornato alla normalità», dice Antonio Blandino. E sulla stessa linea è il sindaco di Crotone, Peppino Vallone che ha chiesto ai docenti di tornare a far lezione, per non dare un cattivo esempio.
In realtà chi arriva a Papanice vede una scuola sotto scorta, blindata. Con tanto di auto di polizia e carabinieri ovunque, anche all’ingresso che tornano all’ora di pranzo, quando suona il campanello e i bimbi dovrebbero uscire, di corsa, per strada.

Ma così non è. Da tre giorni i genitori non mandano i propri figli all’asilo. La scuola materna del VII circolo didattico è sbarrata. Chiusa. Arrivano gli ausiliari di primo mattino e, dopo aver pulito, vanno via subito dopo. I bimbi non ci sono. Restano a casa. Papanice, frazione di Crotone, dove per arrivare
bisogna percorrere una striscia d’asfalto, realizzata nel verde, senza illuminazione pubblica, è silenziosa. Irreale.

Ieri alla scuola media, dopo le visite fiscali che ha inviato il preside, Alessio Cavaretta qualcuno è tornato degli insegnanti. Ma le lezioni non sono riprese in maniera regolare, i ragazzini sono stati accorpati insieme in un’aula e sono stati messi a vedere un film.

Non ci sono state lezioni regolari. La tensione è ancora alta, altissima. Gli insegnanti che hanno paura
sono quelli che vengono da fuori, che vivono lontano da Papanice e che temono di essere qui, nella
piccola frazione di Crotone, anche solo per un giorno. La gente del paesello agricolo resta sbarrata dietro le finestre.

Attende la tregua. Teme sparatorie. La gente ha paura. È terrorizzata. Di finire, per caso, sotto i colpi di pistola, anche per questo resta a casa, con le finestre e le porte sbarrate. E attende. Le parole del parroco che potrebbero essere formulate oggi nell’omelia della messa per Luca Megna potrebbero
rassicurare. Dar tregua agli animi.

«Mai è stata colpita la scuola. - dice il responsabile dell’ufficio provinciale scolastico, Antonio Blandino - Questa paura è inutile. La ‘ndrangheta ha sempre avuto rispetto della scuola. Non dei bambini, non delle donne, visto che la piccola Gaia ha ancora un proiettile in testa e vive attaccata
ad un tubo in ospedale. Le parole del prete oggi che annunciano il perdono di Mico Megna, boss di Papanice, potrebbero avere un significato. Dimostrare che la pax è stata firmata.

Che non c’è più pericolo, neanche per i bambini. Per il fuoco incrociato. Per il far west, che ormai sembra scoppiato a Crotone e nella sua provincia. Ma la paura è ancora tanta. Ed è ancora un incubo
tornare a scuola per gli insegnanti, attraversare quella strada principale della frazione, dove si è consumato il delitto di Giuseppe Cavallo, autista di Leo Russelli.

È questa ora la scomessa che deve vincere lo Stato: vincere la paura.

Tratta da: ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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