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.: Guerre,ingiustizie sociali, carestie, disastri naturali! Per i TG non fanno audience.Perché?

 

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Quanti bambini stanno morendo di fame nel Niger? è vero che in Colombia c'e una guerra civile tra tre eserciti? Cosa succede in Costa D'Avorio? E chi lo sa…!

Chi vuole saperlo potrà fare un misero affidamento alla televisione.

Che le emergenze umanitarie mondiali non siano oggetto di trattazione da parte delle testate giornalistiche televisive italiane quanto il Grande Fratello o un "er mutanda" qualsiasi, per non parlare poi dello spazio dato al calcio, è una pratica risaputa. Ciò che forse non si conosce è che c'è dal 2004 un Osservatorio che si occupa di farci conoscere quanto e come i telegiornali si occupano o meno delle crisi internazionali. Si chiama Osservatorio Crisi dimenticate, ed è stato un'iniziativa di Medici Senza Frontiere, che non ha bisogno di presentazioni, e dell'Osservatorio di Pavia, il quale dal 1994, si interessa di monitorare i mass-media.

I dati forniti dall'Osservatorio a riguardo del 2005 sono sconfortanti: solo 11,6% dei principali TG è stato dedicato alle crisi umanitarie internazionali, di cui, quasi la metà, è spettata all'Iraq, ma con attenzione ai sequestri, alla politica e alla cronaca di guerra; invece solo dieci minuti per le vittime della guerra e per i profughi. Seguono il maremoto nel sud-est asiatico, la crisi tra palestinesi e israeliani, i disastri naturali, la questione afgana. il terremoto in Pakistan, nonostante 73.000 vittime e 2 milioni di sfollati, è passato quasi inosservato.

Solamente due ore infine a tutte le altre crisi dimenticate. Scarsa attenzione quindi, ma che è ancora più inferiore a quella del 2004, dove la percentuale era del 17,5%. Ma perchè i TG ignorano le emergenze umanitarie? Per prima cosa, perchè esiste una gerarchia ben precisa dei Paesi degni d'attenzione, da parte dei giornalisti.

Paesi più vicini, in qualche modo, alle vicende interne degli Stati occidentali. Inoltre, nella nostra Italia c'è una certa riluttanza ad affrontare episodi che accadono nel mondo e che magari coinvolgono la vita di migliaia di persone, se non sussistono di nessi con le questioni italiane. Forse perchè parlare di queste cose fa abbassare l'indice degli ascolti? Alibi troppo comodo per chi rinuncia a fare il mestiere del giornalista, ma che gli stessi interessati respingono al mittente. Ma oramai, è innegabile come anche i TG siano legati alle logiche del marketing, come si vede dagli ampi spazi dati a "notizie", per così dire, leggere. Il problema sta nel fatto che queste c.d. "notizie", come le ricette di cucina o i problemi intestinali di un elefante allo zoo di Milano, non hanno alcun valore informativo, ma tolgono semplicemente spazio a questioni un pò più elevate, meritevoli di attenzione pubblica.

Tra luglio ed agosto 2005 l'Osservatorio di Pavia ha calcolato che solo lo 0,1% è stato dedicato alla tragedia in Niger, una carestia che fino ad ora è costata 60.000 bambini morti per malnutrizione. Alla più importante questione dei pettegolezzi sui "VIP", invece, è stato dato il 3% ,di media, dello spazio. Percentuale sul gossip che sale fino al 14% nel caso del "TG" Studio Aperto, mentre si azzera totalmente per la carestia nel Niger. Il fatto è che questo fenomeno che prima riguardava solo i TG Mediaset, adesso si è diffuso anche in RAI, con eccezione del TG3 che fa registrare la percentuale più alta di attenzione alle crisi internazionali, con quasi il 16%; anche il TG di LA7 si difende con il 13% dei sevizi a temi più impegnati.

Nel mondo sono molte le crisi dimenticate, secondo i dati dell'Osservatorio:
i conflitti in India nord-orientale, i genocidi africani (come quello in Uganda che ha meritato solo 7 minuti); la crisi in Colombia (che ha ricevuto solo 28 minuti d'attenzione); la Cecenia (48 minuti); la Somalia ( 1 ora e 24 minuti); l'AIDS ( 1 ora e 37 minuti, con solo un minuto per la lotta alla malattia in Africa).

I TG italiani che hanno dedicato meno tempo sul totale dei servizi delle principali edizioni, sono: Italia 1 con Studio Aperto, 6,8%; Canale 5, 9,2%; Rete 4, 11,5%; Rai 2, 11,7%; Rai 1 12,8%.
le percentuali più alte al tg3, con il 15,9% e il TG di LA7 con il 13,7%.


Autore : Lentini Ivan



Ultimo aggiornamento di questa pagina : 13/9/2006



 

 

 

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