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Titolo : Civiltà Cretese e Omero

Quando la civiltà cretese era ancora in espansione, le popolazioni indoeuropee degli Achei e degli Ioni invasero la penisola greca insediandosi le une nel Peloponneso, in Tessaglia e in Beozia, le altre nell'Attica e nell'isola di Eubea. Per alcuni secoli si trattò di una presenza discreta di popoli piuttosto arretrati, la cui economia primitiva si basava essenzialmente sulla pastorizia. Attorno al 1600-1500 a.C., per effetto dell'influenza cretese, le cose mutarono: nelle città achee e ioniche più importanti, come Micene, Argo, Tirinto, Pilo, Tebe, Atene, si costruirono grandi palazzi e tombe reali monumentali che custodivano corredi preziosi, e comparve la scrittura, fino ad allora sconosciuta. Iniziava così l'ascesa di una nuova civiltà, che sarebbe stata chiamata micenea. L'ascesa si trasformò presto in espansione politico-militare e la stessa Creta fu una delle prime vittime dell'intraprendenza degli Achei. Completata la conquista delle isole dell'Egeo, l'espansione acheo-ionica si rivolse alle coste dell'Asia minore: una fase storica di cui l'epopea omerica della guerra di Troia riflette in maniera leggendaria un episodio tra i più significativi.

Omero è vissuto forse nel IX sec. a. C. Malgrado le molte biografie e il Certame di Omero ed Esiodo, tutto è incerto della sua vita e la sua stessa esistenza è stata messa in dubbio. Sette città (Atene, Argo, Chio, Colofone, Rodi, Salamina e Smirne) si disputarono l'onore di avergli dato i natali. La leggenda ce lo raffigura vecchio, cieco, girovago e mendico, alla maniera dei rapsodi, come lo descrisse il passo autobiografico dell'Inno ad Apollo a lui attribuito. Oltre l'Iliade e l'Odissea (entrambe in dialetto ionico), la tradizione gli assegna anche gli Inni agli dei, la Piccola Iliade, la Batracomiomachia e i poemetti Focide e Margites. Ma già alcuni critici alessandrini avevano affermato che l'Iliade e l'Odissea, opere tanto differenti per stili, mondo sociale ed economico, non potevano essere opera dello stesso autore. Aristarco di Samotracia attribuì invece l'Iliade alla gioventù e l'Odissea alla vecchiaia di Omero. La tesi dei due differenti autori fu ripresa, in età moderna, dall'abate d'Aubignac e da G. B. Vico, che, nella Scienza nuova seconda (1730), diede inizio alla questione omerica, affermando che la poesia di Omero è l'espressione impersonale di un'età ancora barbara. Ancora oggi, i pareri sono molti e discordanti.





Ultimo aggiornamento di questa pagina : 4/12/2004



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