«Un consiglio dei ministri in cittą»

 

Inserita il 25/10/2006

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La proposta di Lanciano


Una Proposta veramente singolare. E non poteva partire che da un personaggio altrettanto singolare come il giornalista di origine badolatese, Domenico Lanciano responsabile dell'associazione "Università delle generazioni".

La proposta è quella di istituire a Catanzaro uno storico Consiglio dei ministri per varare in città una decisiva terapia d'urto. Per combattere l'abbandono ed il degrado che imperano in terra calabra.

Un Sos che il giornalista emigrato ad Agnone (Isernia) ha lanciato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, al presidente del Senato, Franco Marini, al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, al viceministro dell'Interno, Marco Minniti, al presidente della Regione, Agazio Loiero, al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, al prefetto di Catanzaro, Enrico Laudanna, al presidente del Consiglio comunale di Badolato, Salvatore Caminiti ed al professore, Pasquale Andreacchio direttore del sito Gil Botulino.

«Chi come noi nativi calabresi emigrati o esiliati oltre confine, non soltanto ama la propria terra ma ne fa culto di tutta una esistenza, non può assistere all'abbandono, alla denigrazione ed al degrado continuo di una regione che ha, comunque, dato all'Italia, oltre al nome, elementi sostanziali di civiltà e continua a dare sangue e lavoro ovunque».

Da qui l'accorato appello affinchè lo Stato «dia un segnale storico forte, decisivo ed efficace nel cercare di risolvere la disgregazione di una regione, di un popolo». Lanciano, quindi, pone un'inquietante domanda:«A chi giova tenere una Calabria così tanto umiliata e resa quasi invivibile per tutta una serie di malesseri senza alcun intervento risolutivo? Di questo passo- afferma amareggiato - la Calabria sarà palestra d'Italia».

Da qui il giornalista coglie l'occasione per chiedere se è giusto che l'Italia vada in Afghanistan, in Iraq e Libano ma trascura poi, territori come quello calabrese dove ancora ci sono strade come la statale 106 (oggi E 90) meglio nota come strada della morte, per la precarietà e la vetustà dell'infrastruttura.

E poi Lanciano facendo un passaggio sulla criminalità organizzata che soffoca come la gramigna il lavoro di tanti onesti calabresi ricorda le ultime due intimidazioni subite dal direttore del sito Gil Botulino, Pasquale Andreacchio. «che senso ha- chiede infine Lanciano- uno Stato se non garantisce la vivibilità sociale primaria?». L'Sos allo Stato del giornalista badolatese si conclude però con una nota di speranza e cioè che la Calabria non precipiti in una situazione di "non ritorno" perchè ancora c'è la possibilità di intervenire.


Amalia Feroleto

Tratto da: www.ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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