Dissequestro Porto di Badolato. Parla l'ex presidente della ditta, Menniti, che ha la concessione dei lavori

 

Inserita il 11/05/2006

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Salteg, si va alla conferenza dei servizi

«Positiva l'azione della magistratura, restituita una struttura legittima»

Giampiero Menniti ex presidente della Salteg, la ditta concessionaria dei lavori per il porto di Badolato, fa il punto sul dissequestro della infrastruttura denominata "Bocche di Gallipari".
L'intricata vicenda giudiziaria, tuttavia è ancora in corso. Come si ricorderà nell'agosto del 2004 la Procura della Repubblica di Catanzaro aveva disposto il sequestro dell'infrastruttura portuale poichè non esisteva la concessione demaniale.

Ad eseguirlo furono gli uomini della guardia di finanza.
E dopo un anno e nove mesi dall'apposizione dei sigilli è arrivato il dissequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari, Antonio Giglio, al quale gli avvocati Armodio Migali, Salvatore Staiano e Titti Nunnari, avevano presentato apposita istanza, a pochi mesi dall'ultimo tentativo, andato in fumo, con il Tribunale del Riesame. Infatti, a detta dei legali, non sussistevano più- come abbiamo scritto dalle colonne del "Quotidiano"- i presupposti perchè la struttura dovesse ancora avere ancora quei sigilli apposti nel 2004.I motivi del dissequestro sono essenzialmente tre, il nulla osta paesaggistico, l'intervenuta domanda in sanatoria e l'integrazione della concessione demaniale. In realtà gli avvocati Nunnari e Migali avevano detto che nel dicembre 2005 si era svolta un'apposita conferenza dei servizi, nella quale la Regione aveva dato parere favorevole al progetto di variante e alla conseguente integrazione della concessione rilasciata in precedenza.

Un atto importante, a detta dei legali, che unito al nulla osta paesaggistico ottenuto (negato dalla Provincia ma per il quale pende un ricorso al Tar), e alla domanda di sanatoria ambientale, consentiva di poter affermare che erano venuti meno i presupposti per il mantenimento del provvedimento di sequestro. Una teoria accolta dal gip, il quale ha sciolto il nodo del dissequestro a distanza di oltre tre mesi dalla presentazione dell'istanza.

Menniti, come valuta la notizia del dissequestro del porto di Badolato?

«Positivamente! Un plauso agli amministratori della Salteg che hanno finalmente deciso d'intraprendere la via della conferenza dei servizi per l'approvazione del progetto di variante, procedura da me, ahimè in minoranza, sempre proposta prima e dopo l'ottobre 2003. Si evince chiaramente che l'abuso corrispondeva ai rilievi planimetrici che erano stati segnalati da me e da altri (il collaudatore ing. Cairo. ndr) e si deve prendere atto che l'azione della magistratura è stata positiva poiché ora si restituisce una struttura portuale pienamente legittima e probabilmente agibile grazie ad alcuni imminenti interventi da parte della proprietà».

Si è risolto, dunque, il confronto tra lei e la Salteg?

«Sì dal momento che Grossi e Stabellini, i due maggiori referenti della società nonchè detentori delle quote di maggioranza, hanno preso una decisione coraggiosa nel momento più difficile: fare un passo indietro ed intraprendere la via delle procedure che la legge indica, senza scorciatoie o soluzioni pasticciate, con intelligenza e senso di responsabilità, anche se in ritardo ».

Tuttavia, c'è ancora un procedimento penale pendente?

«Questo è innegabile ma non cambia la sostanza dello scenario attuale: la Salteg può ripartire con nuovo slancio e promettenti prospettive, anche perché a seguito di questa lunga vicenda essa si è data un assetto più omogeneo».

Lei fa ancora parte della società?

«Ancora per poco: è giusto consentire ai maggiori investitori di gestire l'iniziativa secondo le loro logiche, poiché loro è il maggiore impegno in quanto a quota di capitale e quindi di rischio d'impresa».

Perchè questa scelta proprio ora che il porto potrà dispiegare tutte le sue potenzialità e secondo un'impostazione che lei aveva caldeggiato?

«Nulla di strano. La consideri una scelta generosa che può favorire una maggiore e più utile compattezza tra le componenti sociali».

Nelle scorse settimane c'è stato qualche intervento polemico degli ex sindaci di Badolato nei suoi confronti
«In questa vicenda, anche per carattere, ho evitato accuratamente di prestarmi alla solita fiera della vanità che qualcuno ha tentato d'inscenare, così come non ho mai commentato i provvedimenti che la magistratura ha assunto nei confronti delle persone, limitandomi solo ad esprimere il mio punto di vista sugli aspetti tecnico-urbanistici attinenti la struttura. Tuttavia, voglio affermare che i due sindaci non hanno alcun motivo per polemizzare con me, nessun motivo che abbia una base logica».
è una risposta sibillina
«No, una risposta coerente con le premesse».


Amalia Feroleto


Tratto da www.ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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