Un piano per il rilancio del Soveratese

 

Inserita il 15/02/2006

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Badolato.Un convegno organizzato dal sindaco di Soverato e da Nisticò del comitato lotta per la 106



Prossima convocazione al Supercinema dei 27 Comuni dei Pit


BADOLATO- «Rilanciare a livello nazionale e regionale una piattaforma rivendicativa per un piano di sviluppo del territorio del Basso jonio soveratese e delle Pre serre; Ufficializzare con atto notarile la costituzione del patto territoriale, con l'adesione dei sindaci dei 27 comuni che fanno parte dei Pit;

Chiedere la convocazione di un consiglio provinciale, per focalizzare le priorità e gli obiettivi da raggiungere sui due territori, le cui popolazioni vivono un vero dramma sociale ed economico;

Convocare presso il Supercinema di Soverato, un'assise consiliare generale con la presenza di tutti i 27 consigli comunali, dove sarà sancito il Patto costitutivo. All'assemblea saranno invitati a partecipare, tutte le forze politiche, i parlamentari calabresi nazionali, regionali, i consiglieri provinciali, i sindacati, movimenti e associazioni;

Chiedere un incontro con la giunta regionale, che faccia suo il progetto per lo sviluppo del territorio: Statale 106, ferrovia jonica, trasversale delle serre, lotta alla disoccupazione, sviluppo economico sociale e culturale, valorizzazione dei centri storici». Sono state queste le conclusioni del convegno che si è svolto a Badolato, su iniziativa del sindaco di Soverato, Raffaele Mancini e di Franco Nisticò, coordinatore del comitato di lotta 106, ferrovia jonica.

All'iniziativa, hanno partecipato, sindaci, amministratori, parlamentari calabresi, forze politiche e sindacali, consiglieri provinciali, movimenti e associazioni. Nell'aprire i lavori, Nisticò, ha ripercorso le battaglie portate avanti dal comitato, le delusioni per le promesse non mantenute da parte di tutte le istituzioni ad ogni livello, evidenziando la rabbia delle popolazioni. «Questo territorio, ha detto Nisticò, è stanco e deluso, con questa iniziativa vogliamo, ancora una volta di chiudere con una protesta civile e democratica, una telenovela che dura da oltre 50 anni.

Vogliamo evitare conflitti sociali che potrebbero avere ripercussioni negative sull'ordine pubblico. In campagna elettorale, il centrosinistra tramite il suo presidente Loiero, aveva indicato nel suo programma, il caso basso jonio, come priorità da risolvere con tempestività. Ora chiediamo che quella cambiale venga onorata per evitare che la dignità di queste popolazioni venga ancora una volta calpestata». Incisivi gli interventi dei parlamentari diessini, Pino Soriero e Nuccio Iovene.

Entrambi hanno denunciato le gravi responsabilità del governo di centro destra di Berlusconi, e quello regionale dell'ex presidente Chiaravalloti. «Con questi governi, ha detto Soriero, si sono persi cinque anni, vanificando l'impegno del governo nazionale di centro sinistra che aveva stanziato i fondi per la 106, per altre infrastrutture, per l'ammodernamento della ferrovia jonica. Fondi che sono stati dirottati altrove e oggi queste popolazioni hanno ragione di protestare». Soriero, ha ricordato anche che nella riunione tenutasi a Roma con la presenza di Fassino, si è parlato del Mezzogiorno, della necessita che il prossimo governo nazionale con Prodi presidente, si prodighi per avvicinare il sud, la Calabria, al centro e al nord d'Italia.

Iovene, ha ricordato le numerose interrogazioni presentate in parlamento per la 106 e la ferrovia jonica
«Questo governo, ha detto il senatore, con la sua finanziaria, non ha dimostrato nessuna attenzione per la Calabria, anzi ha accettato le condizioni della Lega di Bossi che vuole due italie, una ricca e l'altra povera. Ora bisogna dare voce al comitato dei sindaci per avere un maggiore peso contrattuale con le istituzioni. Io, come ho fatto fino ad oggi, sarò accanto alle popolazioni per sostenere le vostre battaglie». Sulla stessa sintonia gli interventi del sindacato e dei sindaci.


«Come Cgil, Cisl , Uil, ha detto Genco siamo preoccupati, dobbiamo mobilitarci per bloccare il progetto scellerato delle ferrovie che sono intenzionati a smantellare circa 5 mila chilometri di ferrovia sul territorio nazionale, compresa il tratto della ferrovia jonica Reggio ¬ Taranto tenuta in vita solo per scopi militari. Questo territorio deve alzare la testa, perché la ferrovia e la 106, sono due infrastrutture indispensabili per il suo sviluppo economico, socialeturistico e culturale. Questo territorio detiene il primato per la disoccupazione, e c'è un ritorno all'emigrazione, questa volta intellettuale. I sindacati si adopereranno per aprire un tavolo di trattative con il governo nazionale, regionale, Anas e ferrovie».

Incisivi anche gli interventi dei sindaci di Davoli, Cosimo Femia, di Chiaravalle, Enzo Bruno, di Badolato, Andrea Menniti, che hanno richiamato le gravi responsabilità delle istituzioni. Da qui la necessità di costituire il coordinamento dei sindaci. Il consigliere provinciale, Pino Maida, ha criticato l'assenza di numerosi sindaci.
«I problemi delle popolazioni dei nostri territori, ha detto Maida, si risolvano con battaglie di protesta civili e democratiche, portando la gente nelle piazze, come abbiamo fatto noi delle pre serre, per salvare dalla chiusura l'ospedale di Chiaravalle. Il movimento, ha visto alla testa dei cortei i sindaci del territorio. Se faremo questo nel basso jonio, le battaglie di queste popolazioni saranno vincenti».

Maida e Femia, hanno preso impegno per richiedere la convocazione del consiglio provinciale che sarà chiamato ad affrontare le problematiche del Basso jonio e delle Pre serre. Accorato l'intervento di un ferroviere, che ha denunciato la soppressione non solo dei treni a lunga percorrenza, ma anche quelli regionali della linea jonica, mentre sulla linea tirrenica i treni regionali transitano e si fermano in tutte le stazioni. Un intervento di denuncia è stato fatto dall'ex sindaco di Gagliato,avvocato Luigi Romiti
«In Calabria, ha detto Romiti, per quanto riguarda la 106 l'Anas, le cooperative, e il governo nazionale sono responsabili di sperperi di miliardi, e gli interventi per la rotatoria di Soverato, e il raddoppio del ponte sull'Ancinale, non risolveranno il traffico caotico sulla 106, e la gente continuerà a morire».

Tra gli altri interventi quello dell'ex sindaco di Baolato,Ernesto Menniti, e quello del presidente del consiglio comunale di Badolato, Salvatore Caminiti, sono andati contro corrente, sottolineando che fino ad oggi le trattative si sono arenate perchè da parte dell'istituzioni non c'è stata la volontà politica di intervenire. Da qui la necessità di ritornare alla lotta, alla rivolta popolare con «Insomma.-hanno detto i cittadini, i sindaci devono essere i protagonisti di questa rivolta popolare, minacciare le loro dimissioni, essere accanto alle popolazioni che lottano. E se necessario, minacciare la restituzione dei certificati elettorali rifiutandosi di votare per le prossime politiche».


Franco Laganà

Tratto da: www.ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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